Ep.2/ Benvenuti a Bali: “il sogno che diventa realtà”

 

Ep.2/

BENVENUTI A BALI

IL RACCONTO DEI NOSTRI
PRIMI GIORNI A BALI

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Una realtà che ti mette alla prova!

Lo avevamo immaginato tante volte.

Quel momento in cui saremmo scesi dall’aereo con il cuore a mille, lo zaino in spalla e davanti a noi l’altra parte del mondo.

Eravamo stremati, fisicamente ed emotivamente.

Il viaggio sembrava non finire mai e all’arrivo ci abbiamo messo parecchio ad uscire dall’aeroporto per via delle questioni burocratiche tra visto, controlli etc…

Eppure, la prima sensazione è stata strana.

Non esattamente gioia pura.

Non solo adrenalina.

Qualcosa di più complesso: un misto di stanchezza, euforia, spaesamento, silenzio e paura.

Eravamo davvero arrivati.

Dopo anni di parole, sogni, rinvii e promesse.

Dopo discussioni, lacrime, dubbi…

Dopo mille motivi per rimandare… eccoci lì.

Addio famosa comfort zone.

I primi giorni a Bali: emozioni e difficoltà iniziali

I primi giorni a Bali sono stati un tornado emotivo.

La prima notte non parliamone nemmeno.

Non abbiamo chiuso occhio… abbiamo parlato tutta la notte per esorcizzare le nostre paure e ci interrogavamo sulla nostra scelta con gli occhi fissi sul soffitto e il batticuore costante.

Tutto ci sembrava improvvisamente intenso: i rumori, gli odori speziati nell’aria, i colori vivi ovunque, il caldo avvolgente, i sorrisi spontanei delle persone, gli animali che si muovevano liberamente tra le strade come se tutto, in questa parte di mondo, fosse di tutti.

Vivere a Bali da Expat ci aveva ufficialmente trasformato in ”Bulè”. 

[I Balinesi chiamano in questo modo gli stranieri occidentali]

Abbiamo scelto fin da subito di non correre.

Non serviva e neanche ci saremmo riusciti francamente.

Abbiamo deciso di prenderci qualche giorno per respirare, osservare, assorbire e metabolizzare.

Dopo aver organizzato tutto per mesi in Italia tra documenti di ogni tipo e averne in parte già sbrigati in dogana o sulle piattaforme dedicate, arrivati sull’isola abbiamo proceduto a finalizzare due delle questioni fondamentali: la sim card e il ritiro del motorino.

A tal proposito, abbiamo creato una lista fatta su misura per chi, come noi, vuole trasferirsi a Bali con tutti i documenti in ordine e non vuole sottovalutare le informazioni necessarie. 

Clicca qui per scaricarla

Troverai Info chiare su: 

Visti -lavorativi e turistici- 

Documenti necessari -utili e/o obbligatori- (es. Assicurazione sanitaria, Patente, Fondi Finanziari etc… )

Tasse e costi

Come entrare e uscire dal paese

Vivere a Bali: la nostra esperienza del primo mese

Per il discorso casa invece, il primo mese scegliemmo di vivere in un monolocale a Seminyak.

Eravamo ospiti di una famiglia locale che all’interno della sua proprietà aveva dedicato uno spazio indipendente a due soluzioni come la nostra.

Piccolino, ma con tutto quello che ci serviva per iniziare.

Pulito, curato, con una bella smart tv 55 pollici e un armadio che riusciva a contenere tutte le nostre cose in modo dignitoso.

Era economico e più o meno vicino ai punti che già conoscevamo per aiutarci con l’inserimento all’isola e utilizzammo questa soluzione come base per poter andare di persona a vedere delle casette vere nelle zone meno caotiche che preferivamo, senza il rischio di prendere qualche fregatura a distanza.

Eppure anche lì, nei primissimi giorni dall’arrivo, nonostante non ci fosse niente che non andasse… abbiamo avuto momenti difficili, di completa incertezza.

Dove andremo a vivere davvero?

E se abbiamo davvero fatto una cosa sbagliata?

Riusciremo a lavorare da qui come pensavamo?

Ce la faremo con le nuove abitudini, il cibo, la lingua, il fuso orario?

Erano parte delle domande che ogni notte, dalla prima in poi, ci hanno accompagnato quando ci rimettevamo a letto.

Trasferirsi a Bali ci ha semplicemente travolti.

Fortunatamente però, questo bagaglio emotivo si iniziò ad alleggerire lievemente giorno dopo giorno.

Cambiare vita a Bali: il cambiamento emotivo e culturale

C’è un aspetto che pochi raccontano del cambiare vita e sul cercare il proprio posto all’estero: per quanto meraviglioso, intrigante e “da sogno“ è comunque uno spostamento profondo.

Emotivamente è massacrante.

Ti stacca da ciò che conosci, da ciò che ami.

Ti obbliga a rinascere in qualche modo, da soli. Da zero.

Bali e il ritmo lento della vita: imparare a rallentare

Nei giorni successivi alla nostra graduale ripresa emotiva, abbiamo cominciato a capire una cosa fondamentale: qui tutto ha un ritmo diverso.

Vivere a Bali ti sorprende.

Inutile opporsi o combattere il ritmo dell’isola.

Il tempo non scorre come in Occidente: le persone non corrono e le cose non succedono “subito”.

Ma se ti lasci andare… cambia tutto.

Abbiamo iniziato a svegliarci con la luce, a incontrare vecchi amici, a lavorare ai nostri progetti al mattino in piccoli caffè tranquilli con vista sulle risaie o in warung fronte oceano, a fermarci nel pomeriggio per una passeggiata sulla spiaggia con una noce di cocco fresca, a scambiare un sorriso con qualcuno che non parla la nostra lingua, ma sembra capirci lo stesso.

E il corpo, piano piano, si rilassa.

Abbiamo capito che qui non serve avere il controllo su tutto.

Che la vita succede.

Che a volte basta semplicemente esserci.

La nostra prima casa a Bali: un nuovo inizio 

Dopo svariate ricerche e una stabilità interiore che finalmente provava a farsi spazio in noi, trovammo la nostra prima casa long term.

Una piccola soluzione immersa nella tranquillità delle risaie vicino a Pererenan e Seseh, precisamente a Munggu.

Una villa, qui chiamano così le costruzioni come la nostra, con tutto quello che volevamo e inaspettatamente anche di più.

Luminosa, più grande di dove abitavamo a Seminyak, con una cucina completa [la piastra elettrica del monolocale non era più gestibile nella quotidianità], un bel bagno, una parte esterna tutta nostra e, udite udite, anche una piccola piscina fronte camera che non era prevista inizialmente nelle nostre ricerche ‘low budget’ ma essendo riusciti a trattare il prezzo con la proprietà fino alla nostra idea di spesa ce la siamo ritrovati.

Eravamo felici.

Per sei mesi avevamo la casa che ci piaceva al prezzo che volevamo con tutti i servizi compresi a meno di quanto in Italia spendevamo solo per l’affitto. Un affare.

Abbiamo allestito un piccolo spazio di lavoro e di allenamento fronte piscina.

Abbiamo iniziato a cucinare, finalmente su due fornelli veri, con ingredienti nuovi.

Abbiamo fatto amicizia con i lavoratori locali, sempre sorridenti, a due passi da casa, alle prese con la costruzione di altre soluzioni simili alla nostra, con cui ci divertiamo a salutarci ogni giorno gli uni nella lingua degli altri… ed è un bello scambio divertente.

Non tutto è facile.

Diremmo che di facile in realtà non c’è proprio nulla.

Ma ogni giorno ci guardiamo e sappiamo che abbiamo fatto bene a provarci.

Che questa è la nostra scelta.

Adattarsi a Bali: affrontare la nuova vita

Superata la fase iniziale, è iniziata quella più concreta: adattarsi.

Perché sì, trasferirsi all’estero non è una vacanza prolungata…è un vero e proprio cambio di pelle.

E ci vuole tempo, pazienza e costanza nel crederci.

Cambiare ritmo: come la vita a Bali trasforma il tuo modo di vivere

Ci siamo resi conto che, anche solo ritrovare una routine era diverso da tutto ciò che conoscevamo.

Non c’era più il trauma del temuto lunedì mattina, il weekend da aspettare per godersi qualcosa, il traffico del mattino da dover sopportare per raggiungere un ufficio dal quale vuoi evadere.

Abbiamo imparato a:

• lavorare per obiettivi, non per orari

• gestire il tempo in base all’energia, non all’orologio

• dare più valore alla salute mentale, al corpo

• rallentare davvero (e non sentirci in colpa per questo)

Sembra poco, ma cambia tutto.

Abbiamo creato una guida che può aiutarti a scegliere il posto giusto per te qui a Bali in base al ritmo che vuoi seguire, alle tue esigenze emotive, lavorative e logistiche. Clicca qui per scaricarla. [  LINK. ]

Vivere a Bali: la nuova normalità tra oceano, sorrisi e quotidianità

Oggi, camminare tra le palme fuori casa o sulla spiaggia al tramonto è rigenerante.

Vedere le persone sorriderci al mercato non è più un’esperienza “da raccontare”.

È il nostro quotidiano.

È leggerezza.

E ogni tanto, mentre lavoriamo fronte oceano con un drink esotico di fianco a sostituire un ufficio grigio e il caffè della macchinetta con l’equivalente di 5 euro in due, ci scambiamo uno sguardo silenzioso che sembra dire: Ce l’abbiamo fatta.

Non in senso letterale, non ancora, ma lo abbiamo fatto davvero.

Lo abbiamo scelto noi. 

E ci piace.

 
 

 
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